La ripresa del mercato immobiliare italiano sembra proseguire nella
sua strada di sostenibile ritorno alla normalità, ma non vi è proporzionalità
con il supporto fornito dal comparto creditizio, sia a causa della flessione
del peso relativo delle surroghe, sia in virtù di un clima di incertezza economico
– politica che sta inducendo al rinvio molte transazioni.
È questa la fotografia che, in estrema sintesi, emerge dall’ultimo report CRIF, aggiornato alla prima metà dell’anno, in cui spicca come le richieste di nuovi mutui siano rallentate, facendo registrare un – 9,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una dinamica che, come abbiamo appena affermato, è in parte spiegata dalla diminuzione della componente di mutui con finalità di surroga, e in parte altresì determinata dalla maturazione di un approccio più cauto da parte delle famiglie.
Uno spunto di particolare
interesse analitico ci viene poi offerto dallo spaccato dell’evoluzione dei tassi applicati alle operazioni di mutuo.
In tale scenario, i migliori spread
applicati da gennaio a luglio 2019 sui mutui a tasso variabile sono rimasti
stabili, mentre hanno subito un incremento dello 0,6% sulle operazioni a tasso
fisso.
Uno sviluppo che, comunque, non è
stato intercettato dai meno “attenti”, poiché controbilanciato da una marcata
flessione degli indici IRS di periodo, per
– 0,7%. In altre parole, la maggiore quota di remunerazione in capo alle
banche, è stata compensata dalla contrazione dei parametri di riferimento:
un’annotazione non certo casuale e irrilevante, valutato che – come avevamo
anticipato fin dalla fine dello scorso anno – è chiara indicazione della
volontà degli istituti di credito di ricompensare in modo più apprezzabile la
propria attività di concessione.
Buone notizie arrivano infine sul
fronte delle compravendite residenziali,
i cui dati confermano una ripresa che dura oramai da oltre quattro anni
consecutivi, grazie a valori di mercato ancora estremamente attraenti e un
livello dei tassi sui mutui piuttosto attenuato. Ne è derivato, per il primo
trimestre 2019, un andamento delle compravendite di settore pari al + 8,8% su
base annua, in accelerazione rispetto al + 6,6% riscontrato come media del
2018.
Evidentemente migliorabili sono
invece le considerazioni riguardo all’andamento dei prezzi degli immobili
che sono stati offerti in garanzia reale dinanzi alle operazioni di mutuo. Nel
secondo trimestre 2019 è stata segnata una contrazione pari al – 2,0% che, tuttavia,
risulta essere influenzata esclusivamente dalle evoluzioni dei valori sugli
immobili usati (- 2,3%), visto e considerato che gli immobili nuovi ribadiscono
la propria dinamica positiva (+ 0,8%).
Sotto il profilo territoriale, a
livello geografico l’unico incremento nel secondo trimestre dell’anno si
verifica (invero, un po’ sorprendentemente) nel Sud e nelle Isole, con un +
0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La prestazione peggiore
concerne il Centro del Paese, con un passo indietro del – 5,2% su base annua.
Sono invece intermedie le prestazioni rilevate nel Nord Italia, in entrambe le
macro aree (Nord Est e Nord Ovest).
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